L'ultimo mandato

L’anno che si è conclude, quello della “pandemia dei latitanti” che mette a rischio la nostra esistenza, ferisce il nostro modo di regatare”, ha “scavato solchi profondi nella nostra Classe “. Ma quello che inizia, il 2021 “deve essere l’anno della sconfitta delle assenze e il primo della ripresa “. Quello che si è aperto è un “tempo di costruttori “, “un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza di equipaggi e per porre le basi di una stagione nuova”. Per questo motivo “non si deve perdere tempo” e “non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte”. Una frase che sembra rivolta all’attuale caos nella Classe, con Liberati che tiene alta la tensione sul governo di Minotti.

Angoscia e speranza, unione e solidarietà, divisioni che vanno superate con una “convergenza di fondo “, in nome della ripartenza, sportiva, agonistica e sociale. Con lo sguardo fisso verso un obiettivo: “Ora dobbiamo preparare il futuro “. Ci sono tutti i contrastanti sentimenti che convivono nello stato d’animo della Classe nel discorso del presidente, Umberto Cocucayard. C’è quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni. Una catastrofe che “ha accentuato limiti e ritardi della nostra Classe “. Ma c’è anche la promozione, “l’arma più forte” che prevale “su ignoranza e pregiudizi “. C’è la decisione di tesserarsi, che è una “scelta di responsabilità, un dovere “.

E c’è anche il Fireball Europeans 2021, “l’appuntamento europeo per la ripresa, e la sua declinazione nazionale che deve essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse”. Insieme, la promozione e l’iniziativa europea, “sono due vettori decisivi della nostra rinascita”. Poi c’è anche quello che in tanti leggono come un riferimento alla crisi in corso, scoppiata in un momento cruciale per la Classe e dalla quale bisogna uscire facendo leva “sull’unità morale e civile dei fireballisti“. “Non si tratta di annullare le diversità di idee, di ruoli, di capacità ma di realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso alla nostra Classe di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica, difficoltà”, sono le parole del primo socio della Fireball Italia.

“Ripartenza al centro del mio ultimo anno di mandato” – Il settimo discorso del dodicesimo presidente era sicuramente quello più atteso di tutto il mandato. Che finirà nel giugno dei quest’anno, visto che il capo della Classe ha chiuso il suo intervento con queste parole: “Quello che inizia sarà il mio ultimo anno come Presidente della Fireball Italia. Coinciderà con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita agonistica e sociale della nostra Classe. La ripartenza sarà al centro di quest’ultimo tratto del mio mandato”. Un messaggio in bottiglia a quanti fino a oggi hanno ipotizzato un Cocucayard bis. Arrivato alla fine di un discorso breve, durato circa 15 minuti, ma denso di concetti. “Care socie e cari soci, avvicinandosi questo tradizionale appuntamento di fine anno, ho avvertito la difficoltà di trovare le parole adatte per esprimere a ciascuno di voi un pensiero augurale”, è stato l’incipit scelto dal presidente per parlare alla Classe alla fine dell’anno della “pandemia di latitanti”. In piedi, al piano terra della Palazzina alla Vetrata, con vista sul cortile d’onore di Villa Pecetto, Cocucayard si è presentato ai soci italiani alle 20 e 30 precise. Il presidente ha indossato la mascherina fino all’ultimo momento, togliendosela poco prima dell’inizio del discorso. Alle sue spalle una scenografia sobria: le bandiere dell’Europa, dell’Italia e del Fireball. Davanti un leggio trasparente. “Sono giorni, questi, in cui convivono angoscia e speranza. La fase che stiamo affrontando mette a rischio le nostre esistenze, ferisce il nostro modo di regatare”, dice Cocucayard. Che dedica tutta la prima parte del suo discorso ai desideri dei fireballisti italiani: “Vorremmo tornare a essere immersi in acque e in regate che ci sono consuete. Ad avere circoli non investiti dall’emergenza. Spogliatoi e foresterie aperte, per i nostri bambini e i nostri giovani. Soci anziani non più isolati per necessità e precauzione. Cantieri, velerie, circoli, negozi pienamente funzionanti. Trasporti regolari. Normali contatti con le Classi dei Paesi a noi vicini e con i più lontani, con i quali abbiamo costruito relazioni in tutti questi anni. Aspiriamo a riappropriarci della nostra vita sportiva “.

“Tutto il mondo è stato colpito” – Fin qui la speranza. Poi però il presidente ha ricordato da che tipo di incubo veniamo. “Il virus del disinteresse per la vela, sconosciuto e imprevedibile, ci ha colpito prima di ogni altro Paese europeo. L’inizio del tunnel. Con la drammatica contabilità delle rinunce, degli abbandoni. Le immagini dei circoli e degli scivoli deserti. Le tante solitudini. L’arrivo dell’estate ha portato con sé l’illusione dello scampato pericolo, un diffuso rilassamento. Con il desiderio, comprensibile, di ricominciare a regatare come prima, di porre tra parentesi questo incubo. Poi, a settembre, la seconda offensiva dei latitanti al Campionato italiano. Mentre continua l’impegno generoso dei Consiglieri e dei soci deli Circoli”. Un’epidemia di abbandoni che ha riguardato tutti. “Il mondo è stato colpito duramente. Ovunque. Anche l’Italia ha pagato un prezzo molto alto”.

“La latitanza ha scavato solchi profondi” – Il capo della Classe ha spiegato che il riassunto dell’anno serve a “dare insieme memoria di quello che abbiamo vissuto in questo anno. Senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà. L’abbandono ha scavato solchi profondi nelle nostre vite, nei nostri equipaggi. Ha acuito fragilità del passato. Ha aggravato vecchie diseguaglianze di classifica e ne ha generate di nuove”. Un’epidemia doppia, che ha “prodotto pesanti conseguenze sociali ed agonistiche. Abbiamo perso equipaggi. Donne e giovani sono stati particolarmente penalizzati. Tanti circoli temono per il loro futuro. “La latitanza ha seminato un senso di smarrimento: pone in discussione prospettive di vita legate alla vela. Basti pensare alla previsione di un calo ulteriore delle nascite di nuovi equipaggi, spia dell’incertezza che il virus della latitanza ha insinuato nella nostra comunità. È questa la realtà, che bisogna riconoscere e affrontare”.

 

Tesseramento, Umberto Cocucayard: “Io lo farò, è un dovere. La Classe ci offre l’arma più forte prevalendo contro ignoranza e pregiudizi”

 

“Tesserarsi è scelta di responsabilità e dovere” – La fotografia scattata dal presidente è di una Classe alle corde. Ma che non crolla. Anche perché nei mesi appena finiti “sono emersi segnali importanti, che incoraggiano una speranza concreta “. Il primo: “Il piano di promozione, iniziato nel medesimo giorno in tutta Europa”. Il secondo: “Interventi europei innovativi e di straordinaria importanza per fronteggiare le gravi conseguenze agonistiche”. La questione dei negazionisti è stata affrontata dal presidente che ha ricordato come “la Classe ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi “. E qui l’inquilino di Villa Pecetto ha ripetuto quanto detto pochi giorni fa: “Ora a tutti e ovunque, senza distinzioni, dovrà essere consentito di tesserarsi gratuitamente: perché è giusto e perché necessario per il futuro comune. Tesserarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Di fronte a una malattia così fortemente contagiosa, che provoca tanti abbandoni, è necessario tutelare la propria barca ed è doveroso proteggere quella degli altri, familiari, amici, nemici”. Per questo motivo il capo della Classe ha confermato che si tessererà “appena possibile, dopo quei soci che, essendo a rischio maggiore di abbandono, debbono avere la precedenza”. È a questo punto che il capo della Classe ha insistito su alcuni concetti che sono stati protagonisti dei suoi discorsi durante tutto il 2020: “Serietà, collaborazione, e anche senso del dovere, sono necessari per impegnarci nelle regate e per ripartire”. Che come sempre chiede buon senso: “Cambiamo ciò che va cambiato, rimettendoci coraggiosamente in gioco. Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alle giovani generazioni. Ognuno faccia la propria parte “.

“Apprezzamento dalle Classi degli altri Paesi, dobbiamo essere protagonisti” – Anche perché mentre a Roma la Classe discute, altrove le energie si dedicano ad altro. “Ho ricevuto in questi mesi attestazioni di apprezzamento e di fiducia nei confronti della nostra Classe da parte di tanti Capi delle Classe Fireball di Paesi amici”, ha detto il presidente. “Nel momento in cui, a livello mondiale, si sta riscrivendo l’agenda delle priorità, si modificano le strategie di sviluppo ed emergono nuove leadership, dobbiamo agire da protagonisti nella comunità internazionale”. Anche perché l’anno che sta per cominciare è pieno di appuntamenti fondamentali. Non solo il Campionato Europeo di Piombino, ma anche il settimo centenario della morte di Dante, i 160 anni dell’Italia unita, e i 75 della Repubblica: “Dal Risorgimento alla Liberazione: le radici della nostra Classe”. In fondo l’ultimo auspicio: “La ripartenza sarà al centro di quest’ultimo tratto del mio mandato. Sarà un anno di lavoro intenso. Grazie al Tesoriere, abbiamo le risorse per farcela”.

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Sito ufficiale della Associazione Italiana Fireball
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